Lo
scorso venerdì nella sede del Centro Studi C.E.S.T.A. di Palazzo Ballarò a
Mineo, si è svolto il workshop di presentazione del Concorso letterario
nazionale “Lingua Madre”, organizzato all’interno del progetto “Giovani per
l’Inclusione” – Finanziato nell’ambito del Piano Azione Coesione “Giovani no profit”.
Il concorso
letterario prende spunto dall’iniziativa sviluppata
da Regione Piemonte e dal Salone Internazionale del Libro di Torino e si avvale
dei patrocini del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo,
della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, Pubblicità Progresso
e We Women for Expo.
Protagoniste
indiscusse le due migranti ospiti dello SPRAR di
Mineo, selezionate dalla giuria della XII edizione
del Concorso letterario nazionale “Lingua Madre”, per la
pubblicazione dei loro testi all’interno del volume “Lingua Madre Duemiladiciassette - Racconti di donne
straniere in Italia” (Edizioni Seb27).
Jessica e Tosin, infatti hanno
letto uno stralcio del loro racconto e raccontato la loro storia e l’esperienza
all’interno del territorio ospitante. In particolare il racconto di Jessica verte su una tradizione del suo
villaggio per onorare i morti e cacciare gli spiriti, un rituale praticato per
seppellire i morti giovani. La storia di Tosin invece verte sulla storia di una
eroina africana che ha dovuto affrontare diversi problemi e che ha vissuto una
vita difficile.
I saluti al padrone di casa, Paolo Ragusa, Presidente del Centro
Studi C.E.S.T.A., l’Associazione che lo scorso anno si era impegnata a diffondere il
concorso sul territorio sia attraverso il giornale on - line "Il Solidale",
che con una capillare attività di sensibilizzazione nei centri SPRAR « Mineo e il Calatino approdano al Salone del libro di
Torino attraverso l'esperienza di un'autrice locale e di due richiedenti asilo,
nella nuova dimensione multiculturale e multietnica che ormai li caratterizza».
A
raccontare le varie sfaccettature del concorso, che consta di 13 premi, a cui
ha partecipato anche come autrice per la sezione “Donne italiane che parlano di
donne straniere”, Santina Lazzara, che ha sottolineato che «Il concorso
lancia una sfida che va oltre la vincita dei molteplici premi messi a
disposizione, sfida che abbiamo voluto cogliere perché viviamo queste storie
giornalmente ed è una opportunità per poterle mettere in luce e consentire alle
donne straniere che vivono in Italia di entrare in contatto con quel taglio di
società che va oltre il territorio ospitante e quindi poter fare una esperienza
di carattere nazionale». Il concorso da un mandato: poter far si che
attraverso la relazione che si instaura tra gli italiani e i migranti
ospitanti, si possano mettere in luce le diverse identità affinché le stesse
non si possano perdere una volta arrivati nel paese ospitante, quindi
apprendere una cultura nuova senza perdere le proprie origini.
Infine,
Mariella Simili,
Coordinatrice dello SPRAR di Mineo, ha raccontato l’attività svolta insieme
alle due migranti selezionate «Dopo aver spiegato il lavoro alle ragazze,
abbiamo lasciato loro il tempo necessario per realizzarlo intanto in lingua
madre, circa un mese, quando il racconto era pronto abbiamo iniziato con il
lavoro di equipe, quindi l’insegnate di lingua italiana ha svolto un ruolo
fondamentale, dando la possibilità alle ospiti di utilizzare i vari dizionari
al fine di poter tradurre quanto più fedelmente il loro racconto in italiano,
facendo uno studio sul lessico e sulle regole morfosintattiche; non si è potuta
fare una traduzione letteraria ma abbiamo giocato sul messaggio che intendevano
far arrivare al lettore».